Wednesday, December 19, 2007

Non ci sarà
il tuo sonno silenzioso.
Il tuo burro azzurro per le labbra.
Né la tua pelle, né il tuo odore.
Non ci sarà la tasca del pane.
Né un bagaglio essenziale.
Mi aspetta un sole sgranato.
Un mare difeso.
Un cielo diverso.
E non ci sarai tu.


*********************

Oggi verrei a casa tua,
farei questo lungo viaggio
solo per infilare questi versi
nella fessura sotto la porta,
non potrei rompere
il divieto di rivederci.
Niente, vorrei dirti,
solo questo niente.
Fu detto già tutto.
Da quando ci siamo separati
sopravviviamo,
siamo la rovina di quel tempo.
Ma questo mio niente dopo di te
mi sostiene e si rafforza,
cresce bene con gli anni,
si fa grande, muta la voce,
non vuole più stare con me,
esce sempre più spesso
a cercare altro niente,
inutilmente bello come fui.
I nostri occhi han fissato il sole,
non guardano più,
ricordano di aver visto.
A che servirebbe rivederti?
Perderei il mio niente.
Di tutte le cose che potevo fare
ho sempre scelto una sola,
monco di troppe vite non fatte
tu sei il Niente che mi ha scelto.
E ti appartengo sempre.

Il mio niente, Roberto Pazzi

Monday, December 10, 2007

E smetto di arginare.
Mi si possa almeno
inondare e travolgere.
Gli occhi aperti
hai notato,
su nessuna vergogna.
Avidi e sbarrati, avrei detto,
su nessuna paura.
Ché questo dolore
non sarà più grande.
Qualunque cosa sia.
Infine ho imparato
a sopravviverti.

Friday, November 30, 2007

Happy Birthday!

Monday, November 26, 2007

Ed io che non riesco ancora
neppure a ipotizzare
d'esserti solo comparsa.
Anonima.
Scontata.
Indifferente.

Tuesday, November 20, 2007

Con tutto quello che comporta,
sei davvero come ti ricordavo.
E la tua intermittenza
ancora mi ipnotizza.
Manco l'esame di realtà
e la congruenza di pensiero.
Non mi sopporto quando dico
che per sempre
basterai a te stesso.
E anche se qui lo scrivo,
comunque poi non ci credo.
Schizofrenica,
mi costruisco
continuamente
trappole perfette.

Monday, October 29, 2007

C'erano quelle parole dimenticate
in fondo alla borsa indiana.
E una caramella. Nient'altro.
Tutto sembrava diverso,
ormai trascorso,
poi è bastato ricordare.
E ci sei dinuovo tu.
E una caramella. Nient'altro.

Tuesday, October 23, 2007

Sei il gatto di Schrodinger.
Sei il paradosso.
Ti immagino come voglio
di volta in volta,
capriccio del pensiero.
C'è la macchina infernale,
c'è la scatola d'acciaio,
ma lascio chiuso il coperchio.
Un giorno forse saprò scegliere
se sia meglio scordarti
o finalmente scoprirti.

Monday, October 22, 2007

Kenya

Hai poi imparato a dominare il fuoco?
Dimmi di quelle ali.
Dimmi dei piedi sulle punte,
di uno specchio, che ricordo tormento.
O le vertigini ancora stordiscono
quelle gambe scarne?
Dimmi di quella notte.
Della finestra sulla piazza,
taglio doloroso dell'anima.
Parlami e raccontami perché
il mio rogo ancora non si quieta.

Friday, October 19, 2007

Suona Atlantide,
e sei arrivato tu
fra queste parole,
quando parlavi di un cappello pieno di ricordi.
Di un principio di tristezza in fondo all'anima,
di barattoli di birra disperata,
nascosti sotto il letto.
E di chi a volte
ritiene di essere un eroe.
Ricordo la dolce curiosità,
e l'uomo di passagio.
-L'ho perduta quando l'ho capita-
-La perdono per averla tradita -

Wednesday, October 03, 2007

Scivolo nel vuoto
lasciato dall'assenza.
Mi affidavo alla distanza,
cullavo una salvezza.
E' voragine invece,
questo spazio confinato.
E' vertigine.
E precipito sul fondo:
un annegare dentro,
davvero troppo lento.

Thursday, September 27, 2007

Abito la perplessità.
L'ingranaggio che sempre s'incastra
e non vuole rimedio.
L'interruzione sincopata
d' ogni gioia
che ancora sorge,
d'ogni sorriso
che si stende.
Abito, dinuovo immobile,
l'attesa di te.

Wednesday, September 26, 2007

Dinuovo a conoscerci.
Noi che non sappiamo impararci.
Tentiamo, ostinati.
Ognuno di ragioni taciute,
che s' affacciano diverse, ogni volta.
Ci indoviniamo,
quasi sempre.
Abitudine all'altro, forse.
O forse è l'Amore,
accordato quel giorno,
che non vuole lasciarci.

Tuesday, September 25, 2007

Tu, dammi un nome,
un'ascissa,
un punto cardinale.
La direzione di un vento.
Il nome di un mare.
Ché possa raggiungerti,
non importa come.
Tu, orientami.

Wednesday, September 12, 2007

Nepal

Brutta prova di me.
Nascosta dietro la difesa,
la consapevolezza della fine,
di noi.
un dolore incontenibile.
E allora la farsa capricciosa
di bimba viziata.
ritorsioni sciocche.
Le vedo solo adesso.
troppo tardi
per porre rimedio.
E mi spiace.
infinitamente.

Monday, September 10, 2007

Tibet

Mentre Sagittario cavalca la Corona Australe
Toro si sposta lento a nord di Orione.
Tra le stelle e i pianeti
le parole della pancia
che non riesco a dire.
E si squarcia il cielo.

Tuesday, July 03, 2007

Non c'entro più negli incastri,
nei tuoi scarti di tempo,
negli spazi indicati,
con zavorre di silenzi
a radicare in superficie.
Perché ho creduto alle parole?
fiducia cieca.
I modi parlavano d'altro.

Monday, May 28, 2007

Bali

Sono giorni di derive tranquille

senza meridiani,

senza paralleli.

Monday, May 14, 2007

L'ulivo d'argento
sotto le stelle
dalla finestra aperta.
carezza anche te questo vento caldo?
ti abitano due lucciole
nell'incavo del tronco.
E' una notte magica
difronte al Bosforo,
ci sono sonagli nel cielo.
anche tu mi stai pensando?

************************
[...] Io ignoro
se un’offerta di dolore produca altra
solitudine, se la parola abbia raggiunto
veramente l’inizio: l’accesso all’esserti
o al morirti, all’ultima innocenza oppure
a un perduto esilio. Non so più lucciole
né gelsomini, non so dove sei, quale mare,
quale pianto splenda nei tuoi occhi, quale
naufragio o estasi li oscuri. Ho l’aroma
della terra fin sulle labbra e sempre più
spesso - e stanotte ancora - risuscitano
pupi e paladini che mi leggeva mia madre,
che vorrei raccontarti e non mi è dato
mai tempo di raccontarti.
E se ti chiamo
qui e ti scrivo d’altro (come non sapessi
della rondine che ormai infinitamente
emigra) è perché non mi dà più gioia
pensare, se mi manchi, come è azzurro
il mare fra gli aranci e resta eterno
il giorno pure in morte della luce.

Da "I segni topografici" Giuseppe Adammo, 1967.

Tuesday, May 08, 2007

continuiamo ad incontrarci per caso,
intanto i mesi scorrono lenti.
..ricorderai le trappole di colla?
i minuti in certi giorni non passano. mai.
attimi infiniti.
dov'è il resto?
sempre e solo ieri. ieri.
e poi ancora.
e ancora.
lo riconosci anche tu il nostro guardarci?
molto di più delle sole parole
c'era.
c'è sempre stato.
La condanna. e la presa di coscienza.
l'inevitabilità di te.
ché sempre continuerai ad esserci.
con la stessa prepotenza.

Indonesia

[...] solo una volta
quando uscivi dal mare, ti sei seduta
nei gradini del tempio, un'ombra appena
trascorse di dolore nella faccia.

Seppi così che il tempo era finito
che tra li dei si vive
un giorno solo.

E riprendemmo il mare
normali rotte.

Qualcun altro s'imbarca, attende il turno

né l'isola sprofonda

come vorrei.


Gennaio 1999

Da:Umberto Piersanti, I luoghi persi, Torino, Einaudi, 1999

Thursday, May 03, 2007

Ivano Fossati-L'orologio americano-Macramè

Verità vuole
che lei, colpo di vento
stesse al suo balcone
nel suo corpo salivando e attendendo
ed io per parte mia
con un'orchestra come
sola buona compagnia
salissi per un bacio deflorato
per un tempo neanche ben pagato
e io sì, io sì, sì
L'amore dura quel che deve durare
consacrato e misurato da un orologio elementare
ma io che ho caro quel che è mio
e la domanda come la risposta
vivevo tutto questo come
dietro ad una porta solo un po' discosta
Perché è così che la gente vive
perché è questo che la gente fa
perché è così che ci si insegue
per un morso di immortalità
è il meccanismo ottuso di un orologio falso americano
che misura il tempo
e tempo non c'è più
ma fermava il tempo se passavi tu

Verità vuole che lei, labbra grosse
restasse impigliata alla mia bocca
più di quanto volesse
di questo mi ricordo e poco d'altro
del suo sguardo lampeggiante a ore
e che svanì dentro al mondo
sorridendo
come ricevuta dal Signore
La rabbia e l'amore
s'imparano gratis
se proprio non c'è niente altro
da dividersi
e noi
immobili nel cielo lucido chimico di una fotografia
perché niente è come niente
niente è un'orgia dolorosa
è tempo squadernato e via
Ma è così che la gente vive
è questo che la gente fa
è così che ci si insegue
per un morso di immortalità
è il meccanismo ottuso
di un orologio falso americano
che misura il tempo
e tempo non c'è più
ma fermava il tempo se passavi tu.

Thursday, April 12, 2007

Non c'era bisogno di scomodare Amore.
Di rovesciare un altro piano.
Era davvero solo un nuovo gioco,
una battuta improvvisata?
Non c'era bisogno.
Di creare aspettative fasulle,
e trasformarle poi in attese.
Infinite.
Mi sfugge la ragione. Ecco.
Non capisco il silenzio. Anche.
Ché non ti era negato niente,
senza chiedere, comunque.
E allora perché?
E adesso perché no?
E se non mi parli,
qualsiasi risposta diventa possibile.
E ne basterebbe una, soltanto.
Ma vorrei averla da te.

Wednesday, April 04, 2007

Tanti tanti anni fa, in un paese lontano e triste,
c'era un'enorme montagna di roccia aspra e scura.
Al tramonto, il giorno seguendo l'altro giorno,
in cima ad essa sbocciava sempre una rosa,
che aveva il potetre di rendere gli uomini immortali.
Ma nessuno osava avvicinarsi perché le sue spine erano velenose.

Gli uomini parlavano sempre della paura della morte e del dolore,
ma mai della promessa d'immortalità.
E tutte le sere la rosa appassiva,
non potendo donare a nessuno il suo potere.

Persa.
Abbandonata,
in cima a quella montagna
di arida pietra.
Sola,
fino alla fine dei tempi.
(da Il labirinto del Fauno, 2006, film di Guillermo Del Toro)

*****************************************************
Patrizia Cavalli, Poesie, Einaudi, 1999.

Adesso che il tempo sembra tutto mio
e nessuno mi chiama per il pranzo e per la cena,
adesso che posso rimanere a guardare
come si scioglie una nuvola e come si scolora,
come cammina un gatto per il tetto
nel lusso immenso di una esplorazione,

adesso che ogni giorno mi aspetta
la sconfinata lunghezza di una notte
dove non c'è richiamo e non c'è più ragione
di spogliarsi in fretta per riposare dentro
l'accecante dolcezza di un corpo che mi aspetta,
adesso che il mattino non ha mai principio
e silenzioso mi lascia ai miei progetti
a tutte le cadenze della voce, adesso
vorrei improvvisamente la prigione.

Tuesday, March 27, 2007

Ho sempre molto
da imparare,
ma ho assai di più
da disimparare.
La libertà sembra
ancora troppo lontana.

Monday, March 26, 2007

Perù

E' cedimento paziente.
Mi trovo alla non-lotta,
al non-sforzo.
Conservo solo ciò
cui sono disposta a rinunciare.
Un altro piccolo passo.
Sacrifico ogni ombra.
Ecco la mia innocenza,
le mie illusioni,
la mia certezza.

Wednesday, March 21, 2007

La luna brilla
gelata sui petali.
Ho un prato
fiorito di cristalli.
E un'altra notte,
di silenzi.

Tuesday, March 20, 2007

Il Regno coperto di neve,
immobile favola bianca.
Un solo sorriso, silenzioso,
davanti a questa meraviglia.
Nessun grido di bimbo,
nessuna parola, o gioia.
Neppure un abbraccio.
Né uno slittino rosso.
Solo uno scodinzolio di cani.
Un rumore di zoccoli, attutito.
E questa palla di neve,
candida,
mi si scioglie tra le mani.
E ancora, mi manchi.

Thursday, March 15, 2007

Terza notte insonne.
Non riesco a dormire.
Non riesco a pensare.
Non riesco a mangiare.
Sospesa, in attesa.
E non voglio risposta.
Che stia sbagliando?
Non può essere.
Ch'è un sentire
di pura gioia. In sé.
Ed ho paura, anche.
Ma è dinuovo e finalmente vita.
A prescindere.

Thursday, March 08, 2007

Raccolgo l'anima
di questi oggetti minuti.
I tappi di sughero
nella scatola indiana,
le bottiglie vuote
vicino al camino.
E questo ramo levigato
da milioni di onde,
da granelli di sabbia.
Lo accarezzo ogni sera,
ricordando il salto
fuori dal cerchio,
il nostro nascondiglio
fra le tamerici.
E il mare difronte.

Wednesday, March 07, 2007

Amsterdam

Ho capito adesso
cosa voleva dirmi.
Quando parlava
della quiete della lontananza,
dell'intermittenza.
E la voglia di un incontro.
Intenso. Breve.
Poi dinuovo bisogno di silenzio.
Ci sono arrivata. Tardiva.
Lectio brevis,
mi è stato prezioso Maestro.

Friday, March 02, 2007

E' sempre silenzio, soltanto.
Poca voglia di quotidianità. D'accordo.
Ma perché tutta questa distanza?
che sommata a quella reale,
davvero mi lascia altrove,
da sola.
E niente di nuovo. No.
Ironico destino.
Ma forse,
avevo appena immaginato
qualcos'altro.

Wednesday, February 28, 2007

Le Fate sono così piccole
che hanno posto
per un solo desiderio alla volta.

Le Sirene non sono buone,
ma sanno annegarti dolcemente
quando ti avvicini troppo.

Le Ninfe, fanciulle seducenti,
con furbizia e scaltrezza
possono portarti alla pazzia.

Alcune particolari creature invece
possono scegliere di volta in volta,
quale diversa natura assumere.


Tuesday, February 27, 2007

Hai abitato mente e corpo
per l'intera notte.
Erano mesi che non ti sognavo.
Erano giorni che neppure ti pensavo.
Questa notte ti ho liberato, senza pena.
Eri con la tua ninfa d'acero.
Il sole ad illuminare le sue foglie,
tra i capelli.
E non ho provato niente.
Nessun dolore.
Tu dinuovo con un sorriso,
tra voi l'intesa, l'incanto che ricordo.
E allora sia gioia per te.
Lontano da qui.
E finalmente sia gioia qui
anche per me.
Pan suona il suo flauto,
vicino al mio giaciglio.
Mi sorride curioso.
E ancora non conosce la favola bella,
che presto gli saprò narrare.

Monday, February 26, 2007

Non basta più lo spazio a contenere.
Non m'aspettavo di saperti così.
Avevo pronte altre parole, confesso.
Talmente tristi da non riuscire a dirle.
Credevo fossimo altrove.
Quell'altrove che non voglio per me.
Questo forse l'avevi intuito.
E mentre parlavi, io non capivo.
Pensavo ad una battuta magari,
ad un gioco nuovo.
Io, che mi ero obbligata al margine
con sforzo e volontà.
A non invadere, a non condividere.
Sfiduciata. Maldestra.
E mi scopro artefice della distanza
che non volevo.
Forse anche per questo,
lo hai detto guardando altrove,
confuso, con le braccia conserte.
E ti chiedo scusa per il mio silenzio,
per lo sguardo abbassato.

E' lo stesso per me,
ma non ho saputo dirlo.
Forse perché così inatteso.





Friday, February 23, 2007

Sulla bellezza
L'anima se ne sta smarrita per la stranezza della sua condizione e, non sapendo che fare, smania e fuor di se non trova sonno di notte né riposo di giorno, ma corre, anela là dove spera di poter rimirare colui che possiede la bellezza. E appena l'ha riguardato, invasa dall'onda del desiderio amoroso, le si sciolgono i canali ostruiti: essa prende respiro, si riposa delle trafitture e degli affanni, e di nuovo gode, per il momento almeno, questo soavissimo piacere. [...] Perché, oltre a venerare colui che possiede la bellezza, ha scoperto in lui l'unico medico dei suoi dolorosi affanni. Questo patimento dell'anima, mio bell'amico a cui sto parlando, è ciò che gli uomini chiamano amore. (Platone, Fedro)

La natura di Amore
Poiché, dunque, è figlio di Poro e di Penìa, ad Amore è toccata la sorte seguente. In primo luogo è sempre povero e ben lontano dall’essere delicato e bello, come credono i più, anzi è duro e lercio e scalzo e senza tetto, abituato a coricarsi in terra e senza coperte, dormendo all’aperto sulle porte e per le strade e, avendo la natura di sua madre, è sempre di casa col bisogno. Per parte di padre, invece, è insidiatore dei belli e dei buoni, coraggioso, audace e teso, cacciatore terribile, sempre a tramare stratagemmi, avido di intelligenza e ingegnoso, dedito a filosofare per tutta la vita, terribile stregone, fattucchiere e sofista. E per natura non è né immortale né mortale, ma ora fiorisce e vive nello stesso giorno, quando gli va in porto, ora invece muore e poi rinasce nuovamente in virtù della natura del padre. E infatti l’oggetto dell’amore è ciò che è realmente bello, grazioso, perfetto e invidiabilmente beato, mentre l’amante ha un altro aspetto, quale quello che ho esposto. (Platone, Simposio)

Wednesday, February 21, 2007

Da La favola di Amore e Psiche, Apuleio.

(4) Hircuosus deus sauciam Psychen atque defectam, utcumque casus eius non inscius, clementer ad se uocatam sic permulcet uerbis lenientibus: (5) "Puella scitula, sum quidem rusticanus et upilio, sed senectutis prolixae beneficio multis experimentis instructus. Verum si recte coniecto, quod profecto prudentes uiri diuinationem autumant, ab isto titubante et saepius uaccillante uestigio deque nimio pallore corporis et assiduo suspiritu immo et ipsis marcentibus oculis tuis amore nimio laboras. (6) Ergo mihi ausculta nec te rursus praecipitio uel ullo mortis accersitae genere perimas. Luctum desine et pone maerorem precibusque potius Cupidinem deorum maximum percole et utpote adolescentem delicatum luxuriosumque blandis obsequiis promerere."

Traduzione libera:


Il dio caprino appena vide Psiche così distrutta e affranta, poiché non era all'oscuro della sua sventura, la chiamò dolcemente a sé, confortandola con buone parole: "Graziosa fanciulla", cominciò a dirle "io non sono che un villano, un rozzo pastore, però ho il vantaggio di una lunga esperienza dato che sono vecchio ormai. Quindi se vedo chiaro - in fondo in questo consiste, secondo quelli che se ne intendono, l’essere profeti - dal tuo passo incerto e a tratti vacillante, dal pallore estremo del tuo viso, da quel sospirare continuo e soprattutto dai tuoi occhi così tristi, devo arguire che un amore violento ti tormenta. Dammi retta, allora, non provarci più a gettarti nel fiume, né cercare la morte in altro modo. Cessa di piangere, scaccia il dolore; piuttosto onora con le preghiere Cupido, che è il più grande degli dei e cerca di propiziartelo blandendolo di ossequi poiché egli è un delicato e lussurioso adolescente"

Friday, February 16, 2007

Fase critica,
mimetismo psicopatico,
tutt'intorno.
Insopportabile.
Chiusa dinuovo
nel mio Regno.
Neurosi. Ecco.
Sospensione, letargia.
Stasi.
Allevo smanie.
Cullo stordimenti.
L'archetipo è scisso,
perso in devianze.
E quanto sono lontana
dal punto di partenza?

Wednesday, February 07, 2007

Amsterdam

Hai avuto parole leali,
sappiamo dove siamo
e anche perché.
Hai gli strumenti adesso,
per lo sterminio.
Ma la caduta non porterà
la soddisfazione attesa.
Amareggiato e cinico.
E' troppo facile, adesso.
Chili di carne. Indistinti.
Così non ti è mai piaciuto.
E sono l'unica che vorresti
strisciante ai tuoi piedi.
Per somma soddisfazione.
Ti fisso invece dritto negli occhi.
Senza spostarmi. Senza cadere.
Ché ti devo tanto,
ma certamente
non tutto.


Monday, February 05, 2007

E non puoi piangere
per un inganno non riuscito.
Per un desiderio a senso unico.
Non c'è amore dietro questa scelta.
C'è la paura per il tempo che passa.
C'è l' egoismo bisognoso, al femminile.
Il figlio non può essere la scusa,
e non può essere il ricatto.
Ché per tutta la vita poi
c'è da guardarlo negli occhi,
ed esser capace di sostenerne lo sguardo.

Friday, February 02, 2007

E non mi sarei scomposta
sulla verità.
Sulla tua nuova fuga,
sulla compagnia.
Perché sono altre le sparizioni
che stordiscono.
La tua infastidisce, soltanto.
A stento alimenta l'insofferenza,
per il bisogno di mentire,
per il bisogno di nascondere.
A me, in fondo,
dispiace solo
che mi importi così poco.

Thursday, February 01, 2007

Mi ha raccontato le tue parole, tutte.
Me le ha ripetute, attenta, una per una.
E forse è solo per questo che le hai parlato.
Per arrivare a me. Per farmi sapere.
E adesso?
Adesso posso soltanto implodere od esplodere.
E finire comunque senza salvezza alcuna.
Come sempre.
O forse no.
Forse mi salvo, adesso.
Forse. Adesso.
O forse no.

Wednesday, January 31, 2007

E sono campo
lasciato a maggese.
La prossima semina
porterà un miglior raccolto?

Tuesday, January 30, 2007

Libia

Sono arrivati di notte. Dopo tre giorni.
Noi, già tutti intorno al fuoco.
Ricordo il saluto, l'offerta di vino
e il rifiuto a tributo dell'amico assonnato.
Le prime immagini sono di spalle.
Una moto, una tuta nera, un punto lontano,
confuso tra gli altri.
Sono state poche le parole.
Poi le notti, le foto più belle,
ma sembra non tornare il suo volto.
Una volta sì, è accaduto.
Una luce opale aldilà del fuoco,
mentre due occhi,
che ancora giuro azzurri,
si difendevano dal fumo.
Mi chiesi qualcosa
prima di camminare lontana
verso un nulla di dune argentate,
ma non era in mezzo agli altri
e non era alla sua tenda.
E fu quell'unico pensiero.
Poco altro ricordo.
Ma ogni momento a venire
era già tutto lì.

Monday, January 29, 2007

C'eri già tu davanti alla Giustizia.
E tutto era fermo.
Poi ti ho raggiunto,
l'ingranaggio si è mosso.
Coincidenze, dici.
C'era una porta aperta,
e non volevi entrare.
Avrei voluto chiedere,
e non eri d'accordo.
Ma una fata e tre ninfe
erano lì per noi,
ad accoglierci
nel Giardino vuoto.
Coincidenze, dici.
E il Mare l'abbiamo trovato
al tramonto.
E l'acqua dinuovo
mi ha dato la scossa.
Come un tempo.
Ho pensato al Raggio Verde.
E accade ciò che voglio.
L'hai visto anche tu.
Coincidenze, dici.
Il primo messaggio in Archivio.
E il tempo, era trapassato remoto.
Coincidenze.
La stella cadente, la prima sera.
E non ci credevi.
Allora la seconda ci ha illuminati,
quando eravamo assieme.
Coincidenze.
Un bacio e la benedizione di Eco.
E credevo fosse per me, soltanto.
Ma l'hai sentita anche tu in quella stanza.
Coincidenze.
Non c'è una maniera per raccontarlo.
E' la magia che avevo perduto,
tradita con l' essere sbagliato.
E' la fede pagana, animista,
radicata nell'immanenza d'ogni elemento.
Adesso mi ha restituito il Dono.
Adesso che mi libero in conati
da ciò che è stato.
E mi inchino all'incanto ritrovato.
Tu, nel mentre continua pure
a crederle solo coincidenze.


Thursday, January 25, 2007

Continuo a ripeterlo
e non so il perché.
A volte quasi mi convinco.
Ho molte varianti,
alcune fantasiose,
per questo pensiero
ingombrante.
Tento forse di esorcizzare,
ché se davvero non sarà,
almeno sembrerò preparata.

Wednesday, January 24, 2007

Marocco

Ad accoglierci al Riad
i tuoi occhi neri e sorridenti,
La dolcezza del cuore e dei gesti,
Meravigliosa mescolanza.
Tuareg. Berbero.

Monday, January 22, 2007

Marocco

Vorrei rimanere,
in questo niente,
anche io a bere té
sulla duna più alta.
Vorrei negli occhi
la linea piatta dell'orizzonte,
l'infinito, tutt'intorno.
Lo scorrere lento delle ore,
la vita semplice, minima.
Ché la gioia vista in certi occhi
si trova solo dove non c'è nient'altro,
a distogliere, a distrarre.

Friday, January 19, 2007

Marocco

Scorre intenso e lieve
questo tempo, questo viaggio.
E sono molti i giorni, le notti,
molte le strade,
da condividere.
Immaginavo una forzatura
nella coppia improvvisata.
Invece ridiamo, fino a non respirare.
Lontana da tutto è un'altra vita.
E sembra che tu ci sia, da sempre.

Thursday, January 18, 2007

Marocco

E sembra solo un campo,
pieno di sassi.
Piatti, verticali.
Uno per gli uomini,
due per le donne.
Senza data, senza nome.
Talmente vicini, talmente simili.
Neppure una fotografia, o un fiore.
Ma ognuno riconosce
la pietra su cui piangere.
Vorrei anche io fermarmi qui,
dove il dolore mantiene il privilegio
del privato, dell'intimo.

Wednesday, January 17, 2007

Marocco

Mi fissi con occhi solcati,
neri e vacui,
in ombra, dietro il velo.
E cosa pensi di me
non posso capirlo.
Poi ti fermi sul mio viso,
su questi occhiali
neri, enormi.
E forse ci diamo
la stessa risposta:
ognuno si nasconde come può.

Tuesday, January 16, 2007

Marocco

E' in mezzo al niente
che trovo i tuoi occhi.
Dritti sull'orizzonte
di una pista,
e pieni di una luce nuova:
la gioia del qui ed ora.
Finalmente il fanciullo
che ancora si diverte.
E mai niente, pare,
sarà abbastanza
da far spostare l'uno o l'altra.
Ma a volte mi guardi
con quella stessa luce.


Monday, January 15, 2007

E non farebbe differenza
la verità.
La sostanza è la stessa,
tanto vale darle la forma giusta.
Che è rimando immediato
agli occhi di tutti,
quel cimelio.
E un giudizio che cade impietoso,
ignorante,
su di me.
Che se davvero fosse,
invece,
non sarei lì, affatto.

Friday, January 12, 2007

Valencia

Sono ombre distese,
di mosaico bianco.
Forme in sospensione,
e nessun appoggio.
Forse qui s'impara
a rimanere a mezz'aria.

Thursday, January 11, 2007

Comincia su un treno,
su un vagone vuoto.
Penso in silenzio,
ho proiezioni da considerare.
E la persona gentile che sei.
Sono ruvida di paura,
o meglio, di poco coraggio:
ero atterrita da una fine,
sono immobilizzata su un principio.
Sempre che di principio si tratti.

Wednesday, January 10, 2007

C'era la complicità,
nella risata di tutte,
di saperci ormai donne.
Ognuna sconfitta
nella propria maniera.
Ma rendiamo divertenti
gli aneddoti terribili,
che ci hanno portate sin qui.
Indossiamo una faccia disperata
e un tempo vera.
Parliamo e ridiamo
delle storie importanti
e di quelle di una notte.
E' un abbraccio al femminile
questa cena, così intima,
degli anni e di tutte le parole.