Wednesday, December 19, 2007

Non ci sarà
il tuo sonno silenzioso.
Il tuo burro azzurro per le labbra.
Né la tua pelle, né il tuo odore.
Non ci sarà la tasca del pane.
Né un bagaglio essenziale.
Mi aspetta un sole sgranato.
Un mare difeso.
Un cielo diverso.
E non ci sarai tu.


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Oggi verrei a casa tua,
farei questo lungo viaggio
solo per infilare questi versi
nella fessura sotto la porta,
non potrei rompere
il divieto di rivederci.
Niente, vorrei dirti,
solo questo niente.
Fu detto già tutto.
Da quando ci siamo separati
sopravviviamo,
siamo la rovina di quel tempo.
Ma questo mio niente dopo di te
mi sostiene e si rafforza,
cresce bene con gli anni,
si fa grande, muta la voce,
non vuole più stare con me,
esce sempre più spesso
a cercare altro niente,
inutilmente bello come fui.
I nostri occhi han fissato il sole,
non guardano più,
ricordano di aver visto.
A che servirebbe rivederti?
Perderei il mio niente.
Di tutte le cose che potevo fare
ho sempre scelto una sola,
monco di troppe vite non fatte
tu sei il Niente che mi ha scelto.
E ti appartengo sempre.

Il mio niente, Roberto Pazzi

Monday, December 10, 2007

E smetto di arginare.
Mi si possa almeno
inondare e travolgere.
Gli occhi aperti
hai notato,
su nessuna vergogna.
Avidi e sbarrati, avrei detto,
su nessuna paura.
Ché questo dolore
non sarà più grande.
Qualunque cosa sia.
Infine ho imparato
a sopravviverti.