Monday, May 28, 2007

Bali

Sono giorni di derive tranquille

senza meridiani,

senza paralleli.

Monday, May 14, 2007

L'ulivo d'argento
sotto le stelle
dalla finestra aperta.
carezza anche te questo vento caldo?
ti abitano due lucciole
nell'incavo del tronco.
E' una notte magica
difronte al Bosforo,
ci sono sonagli nel cielo.
anche tu mi stai pensando?

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[...] Io ignoro
se un’offerta di dolore produca altra
solitudine, se la parola abbia raggiunto
veramente l’inizio: l’accesso all’esserti
o al morirti, all’ultima innocenza oppure
a un perduto esilio. Non so più lucciole
né gelsomini, non so dove sei, quale mare,
quale pianto splenda nei tuoi occhi, quale
naufragio o estasi li oscuri. Ho l’aroma
della terra fin sulle labbra e sempre più
spesso - e stanotte ancora - risuscitano
pupi e paladini che mi leggeva mia madre,
che vorrei raccontarti e non mi è dato
mai tempo di raccontarti.
E se ti chiamo
qui e ti scrivo d’altro (come non sapessi
della rondine che ormai infinitamente
emigra) è perché non mi dà più gioia
pensare, se mi manchi, come è azzurro
il mare fra gli aranci e resta eterno
il giorno pure in morte della luce.

Da "I segni topografici" Giuseppe Adammo, 1967.

Tuesday, May 08, 2007

continuiamo ad incontrarci per caso,
intanto i mesi scorrono lenti.
..ricorderai le trappole di colla?
i minuti in certi giorni non passano. mai.
attimi infiniti.
dov'è il resto?
sempre e solo ieri. ieri.
e poi ancora.
e ancora.
lo riconosci anche tu il nostro guardarci?
molto di più delle sole parole
c'era.
c'è sempre stato.
La condanna. e la presa di coscienza.
l'inevitabilità di te.
ché sempre continuerai ad esserci.
con la stessa prepotenza.

Indonesia

[...] solo una volta
quando uscivi dal mare, ti sei seduta
nei gradini del tempio, un'ombra appena
trascorse di dolore nella faccia.

Seppi così che il tempo era finito
che tra li dei si vive
un giorno solo.

E riprendemmo il mare
normali rotte.

Qualcun altro s'imbarca, attende il turno

né l'isola sprofonda

come vorrei.


Gennaio 1999

Da:Umberto Piersanti, I luoghi persi, Torino, Einaudi, 1999

Thursday, May 03, 2007

Ivano Fossati-L'orologio americano-Macramè

Verità vuole
che lei, colpo di vento
stesse al suo balcone
nel suo corpo salivando e attendendo
ed io per parte mia
con un'orchestra come
sola buona compagnia
salissi per un bacio deflorato
per un tempo neanche ben pagato
e io sì, io sì, sì
L'amore dura quel che deve durare
consacrato e misurato da un orologio elementare
ma io che ho caro quel che è mio
e la domanda come la risposta
vivevo tutto questo come
dietro ad una porta solo un po' discosta
Perché è così che la gente vive
perché è questo che la gente fa
perché è così che ci si insegue
per un morso di immortalità
è il meccanismo ottuso di un orologio falso americano
che misura il tempo
e tempo non c'è più
ma fermava il tempo se passavi tu

Verità vuole che lei, labbra grosse
restasse impigliata alla mia bocca
più di quanto volesse
di questo mi ricordo e poco d'altro
del suo sguardo lampeggiante a ore
e che svanì dentro al mondo
sorridendo
come ricevuta dal Signore
La rabbia e l'amore
s'imparano gratis
se proprio non c'è niente altro
da dividersi
e noi
immobili nel cielo lucido chimico di una fotografia
perché niente è come niente
niente è un'orgia dolorosa
è tempo squadernato e via
Ma è così che la gente vive
è questo che la gente fa
è così che ci si insegue
per un morso di immortalità
è il meccanismo ottuso
di un orologio falso americano
che misura il tempo
e tempo non c'è più
ma fermava il tempo se passavi tu.