Wednesday, February 28, 2007

Le Fate sono così piccole
che hanno posto
per un solo desiderio alla volta.

Le Sirene non sono buone,
ma sanno annegarti dolcemente
quando ti avvicini troppo.

Le Ninfe, fanciulle seducenti,
con furbizia e scaltrezza
possono portarti alla pazzia.

Alcune particolari creature invece
possono scegliere di volta in volta,
quale diversa natura assumere.


Tuesday, February 27, 2007

Hai abitato mente e corpo
per l'intera notte.
Erano mesi che non ti sognavo.
Erano giorni che neppure ti pensavo.
Questa notte ti ho liberato, senza pena.
Eri con la tua ninfa d'acero.
Il sole ad illuminare le sue foglie,
tra i capelli.
E non ho provato niente.
Nessun dolore.
Tu dinuovo con un sorriso,
tra voi l'intesa, l'incanto che ricordo.
E allora sia gioia per te.
Lontano da qui.
E finalmente sia gioia qui
anche per me.
Pan suona il suo flauto,
vicino al mio giaciglio.
Mi sorride curioso.
E ancora non conosce la favola bella,
che presto gli saprò narrare.

Monday, February 26, 2007

Non basta più lo spazio a contenere.
Non m'aspettavo di saperti così.
Avevo pronte altre parole, confesso.
Talmente tristi da non riuscire a dirle.
Credevo fossimo altrove.
Quell'altrove che non voglio per me.
Questo forse l'avevi intuito.
E mentre parlavi, io non capivo.
Pensavo ad una battuta magari,
ad un gioco nuovo.
Io, che mi ero obbligata al margine
con sforzo e volontà.
A non invadere, a non condividere.
Sfiduciata. Maldestra.
E mi scopro artefice della distanza
che non volevo.
Forse anche per questo,
lo hai detto guardando altrove,
confuso, con le braccia conserte.
E ti chiedo scusa per il mio silenzio,
per lo sguardo abbassato.

E' lo stesso per me,
ma non ho saputo dirlo.
Forse perché così inatteso.





Friday, February 23, 2007

Sulla bellezza
L'anima se ne sta smarrita per la stranezza della sua condizione e, non sapendo che fare, smania e fuor di se non trova sonno di notte né riposo di giorno, ma corre, anela là dove spera di poter rimirare colui che possiede la bellezza. E appena l'ha riguardato, invasa dall'onda del desiderio amoroso, le si sciolgono i canali ostruiti: essa prende respiro, si riposa delle trafitture e degli affanni, e di nuovo gode, per il momento almeno, questo soavissimo piacere. [...] Perché, oltre a venerare colui che possiede la bellezza, ha scoperto in lui l'unico medico dei suoi dolorosi affanni. Questo patimento dell'anima, mio bell'amico a cui sto parlando, è ciò che gli uomini chiamano amore. (Platone, Fedro)

La natura di Amore
Poiché, dunque, è figlio di Poro e di Penìa, ad Amore è toccata la sorte seguente. In primo luogo è sempre povero e ben lontano dall’essere delicato e bello, come credono i più, anzi è duro e lercio e scalzo e senza tetto, abituato a coricarsi in terra e senza coperte, dormendo all’aperto sulle porte e per le strade e, avendo la natura di sua madre, è sempre di casa col bisogno. Per parte di padre, invece, è insidiatore dei belli e dei buoni, coraggioso, audace e teso, cacciatore terribile, sempre a tramare stratagemmi, avido di intelligenza e ingegnoso, dedito a filosofare per tutta la vita, terribile stregone, fattucchiere e sofista. E per natura non è né immortale né mortale, ma ora fiorisce e vive nello stesso giorno, quando gli va in porto, ora invece muore e poi rinasce nuovamente in virtù della natura del padre. E infatti l’oggetto dell’amore è ciò che è realmente bello, grazioso, perfetto e invidiabilmente beato, mentre l’amante ha un altro aspetto, quale quello che ho esposto. (Platone, Simposio)

Wednesday, February 21, 2007

Da La favola di Amore e Psiche, Apuleio.

(4) Hircuosus deus sauciam Psychen atque defectam, utcumque casus eius non inscius, clementer ad se uocatam sic permulcet uerbis lenientibus: (5) "Puella scitula, sum quidem rusticanus et upilio, sed senectutis prolixae beneficio multis experimentis instructus. Verum si recte coniecto, quod profecto prudentes uiri diuinationem autumant, ab isto titubante et saepius uaccillante uestigio deque nimio pallore corporis et assiduo suspiritu immo et ipsis marcentibus oculis tuis amore nimio laboras. (6) Ergo mihi ausculta nec te rursus praecipitio uel ullo mortis accersitae genere perimas. Luctum desine et pone maerorem precibusque potius Cupidinem deorum maximum percole et utpote adolescentem delicatum luxuriosumque blandis obsequiis promerere."

Traduzione libera:


Il dio caprino appena vide Psiche così distrutta e affranta, poiché non era all'oscuro della sua sventura, la chiamò dolcemente a sé, confortandola con buone parole: "Graziosa fanciulla", cominciò a dirle "io non sono che un villano, un rozzo pastore, però ho il vantaggio di una lunga esperienza dato che sono vecchio ormai. Quindi se vedo chiaro - in fondo in questo consiste, secondo quelli che se ne intendono, l’essere profeti - dal tuo passo incerto e a tratti vacillante, dal pallore estremo del tuo viso, da quel sospirare continuo e soprattutto dai tuoi occhi così tristi, devo arguire che un amore violento ti tormenta. Dammi retta, allora, non provarci più a gettarti nel fiume, né cercare la morte in altro modo. Cessa di piangere, scaccia il dolore; piuttosto onora con le preghiere Cupido, che è il più grande degli dei e cerca di propiziartelo blandendolo di ossequi poiché egli è un delicato e lussurioso adolescente"

Friday, February 16, 2007

Fase critica,
mimetismo psicopatico,
tutt'intorno.
Insopportabile.
Chiusa dinuovo
nel mio Regno.
Neurosi. Ecco.
Sospensione, letargia.
Stasi.
Allevo smanie.
Cullo stordimenti.
L'archetipo è scisso,
perso in devianze.
E quanto sono lontana
dal punto di partenza?

Wednesday, February 07, 2007

Amsterdam

Hai avuto parole leali,
sappiamo dove siamo
e anche perché.
Hai gli strumenti adesso,
per lo sterminio.
Ma la caduta non porterà
la soddisfazione attesa.
Amareggiato e cinico.
E' troppo facile, adesso.
Chili di carne. Indistinti.
Così non ti è mai piaciuto.
E sono l'unica che vorresti
strisciante ai tuoi piedi.
Per somma soddisfazione.
Ti fisso invece dritto negli occhi.
Senza spostarmi. Senza cadere.
Ché ti devo tanto,
ma certamente
non tutto.


Monday, February 05, 2007

E non puoi piangere
per un inganno non riuscito.
Per un desiderio a senso unico.
Non c'è amore dietro questa scelta.
C'è la paura per il tempo che passa.
C'è l' egoismo bisognoso, al femminile.
Il figlio non può essere la scusa,
e non può essere il ricatto.
Ché per tutta la vita poi
c'è da guardarlo negli occhi,
ed esser capace di sostenerne lo sguardo.

Friday, February 02, 2007

E non mi sarei scomposta
sulla verità.
Sulla tua nuova fuga,
sulla compagnia.
Perché sono altre le sparizioni
che stordiscono.
La tua infastidisce, soltanto.
A stento alimenta l'insofferenza,
per il bisogno di mentire,
per il bisogno di nascondere.
A me, in fondo,
dispiace solo
che mi importi così poco.

Thursday, February 01, 2007

Mi ha raccontato le tue parole, tutte.
Me le ha ripetute, attenta, una per una.
E forse è solo per questo che le hai parlato.
Per arrivare a me. Per farmi sapere.
E adesso?
Adesso posso soltanto implodere od esplodere.
E finire comunque senza salvezza alcuna.
Come sempre.
O forse no.
Forse mi salvo, adesso.
Forse. Adesso.
O forse no.